La CGA di Mestre ha diffuso, in
questi giorni, un esempio reale della denuncia dei redditi di una ditta
artigiana che dimostra che l’ammontare della tassazione (stato/regione/comune)
su questa impresa raggiunge il 71,48 % del fatturato lordo.
Bruno Vespa a porta a porta di
ieri, mostrando una tabella esplicativa, esprimeva la sua meraviglia e
contemporaneamente sottolineava che se pure questa ditta forse evadeva,
ritenendo fosse impossibile che si possa sopportare una tale imposizione fiscale,
la tassazione era comunque esagerata. Poi aggiungeva, una cantilena che si
sente da troppo tempo, che sia impossibile comunque che un titolare dichiari
meno del dipendente.
Ora io sento il dovere, perché il
problema lo vivo, di spiegare bene che purtroppo la cosa può succedere (e
succede sempre più). Una ditta artigiana, un commerciante, una micro impresa
lavorano spesso con dei fidi (come abbiamo fatto noi italiani con i BOT) e
quindi, i danari alla propria famiglia vengono anche quelli dalla banca e alla
fine dell’anno però, e solo in quel momento con precisione, si capisce che il
fatturato e conseguente ricavo è in perdita e il loro debito con la banca è
salito. Quindi: dichiarazione vera che guadagna meno del proprio dipendente e
altrettanto vero è che la sua situazione non si modifica, probabilmente fallirà.
Mi si dirà: ma come ha fatto a
non accorgersi. Ma si che se ne era
accorto (il debito italiano insegna) ma cosa può fare di diverso se non cercare di
risollevarsi lavorando? Che altro puo fare se no a continuare lavorare e
sperare che il vento
cambi?
Nessuno ti offre il posto sicuro da
dipendente alla RAI o in qualsiasi altra parte. Non è prevista la cassa
integrazione per i titolari. Il piccolo
imprenditore artigiano è uno. A chi può interessare un solo voto? E poi, l’imprenditore
artigiano in difficoltà deve lavorare molto, 10/12 e più ore al giorno per
lavorare o per cercare lavoro, non c’è il tempo per frequentare sindacati, sedi
politiche, associazioni.
Alla fine sei solo. Migliaia e migliaia
di piccoli imprenditori soli che non fanno paura a nessuno e a nessuno
interessano. Solo pecore da tosare con facilità. Qualcuno si ammazza. Anche in
quel caso è morto “solo uno”, non è un problema gravissimo. Meglio interessarsi
dell’orario dei maestri, dei professori, dei dipendenti statali, perché se loro si arrabbiano allora si che si
perdono molti voti!
Ma un giorno si capirà (forse)
che se muoiono tutte le pecore non ci sarà più lana per nessuno.
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